giovedì 29 dicembre 2016

Il coraggio di cambiare: una poesia di Hermann Hesse

GRADINI 

Come ogni fior languisce e
giovinezza cede a vecchiaia,
anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce,
insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d'essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci,
ma su di grado in grado sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo d'infiacchire nell'ignavia:
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a nuovi spazi:
della vita il richiamo non ha fine....
Su, cuore mio, congedati e guarisci...
(Hermann Hesse, in Le stagioni della vita, Oscar Mondadori, 1998)

La "crisi" secondo Albert Einstein

"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose".

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. 
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. 
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. 
L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. 
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. 
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. 
Invece, lavoriamo duro. 
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
A.Einstein, Come io vedo il mondo, N.C. Roma, 1975

Il peregrinare dell'anima, meditazione

L ’ETERNA RICERCA DELL’ UOMO
IL PEREGRINARE DELL' ANIMA ALLA RICERCA DELLA DIVINITÀ INTERIORE
di Robeto Ippolito
Tu Sai, nel più Profondo del Tuo Essere, che l’ Eterna Tua Ricerca È Scorgere la Divinità che Risiede in Te, Trovare la Comunione con il Divino dissolvendo tutto il resto nella Suprema Pace.
Nell’ Inseguire questa Meta, oh Anima Errabonda hai girovagato per Terre Inospitali, hai percorso le tortuose strade della Vita, hai guadato i tormentosi Fiumi dei Desideri e delle Passioni, hai lungamente Sognato e Sospirato l’ Amorevole Abbraccio della Divina Madre, hai cercato per Mari e per Monti, il Paese della Suprema Pace dove la Mente e il Corpo trovano Comunione.
Finché oh Anima Raminga, non sei giunta nella Terra della Meditazione, ed è proprio lì, nella Terra della Meditazione che Hai intrapreso la Tua Discesa, andando giù sempre più giù nelle Profondità del Tuo Essere.
Il Tuo respiro dapprima affannoso si è fatto lento, sempre più lento, mentre procedi nella Tua discesa fino a quasi fermarsi, Rapito da una Divina Luce, è una luce Radiante, Calda e Avvolgente che con il suo Fulgore apre un Varco nella Tua Mente.
Nuove e Dolci sinfonie giungono per vezzeggiare le tue orecchie.
Dolci Parole Scoccano come Dardi dal Divino Arco, centrando amorevolmente il Tuo Cuore e la Tua Anima.