sabato 13 dicembre 2014

Nasreddin, "Le chiavi di casa".



Nelle sue storie Nasreddin non cessa mai di invitarci ad adottare una visione del mondo “non convenzionale”.

Una sera un amico lo vede mentre, carponi, cerca qualcosa sotto un lampione.
“Cosa stai cercando?”, gli chiede.
“La chiave di casa”.
Così l’amico si china ad aiutarlo. Dopo diversi minuti di ricerca infruttuosa, gli domanda:
“Nasrudin, sei sicuro di averla persa qui?”
“No, l’ho persa dentro casa” .
“Ma allora perché la stiamo cercando qui?”
“Perché qui c’è più luce”.

Così continuiamo a girare in tondo, rimuginando argomenti e pensieri ripetitivi e circolari, e non arriviamo da nessuna parte.

mercoledì 10 dicembre 2014

Il vero significato del Natale

Il Natale…. Dal latino "dies natalis": giorno della nascita.
Chiediamoci innanzitutto: che cos’è il Natale per noi ?
Forse prima d’ora non lo avevamo mai fatto, e per consuetudine abbiamo accettato ciò che ci è stato detto a riguardo.
La maggior parte delle persone pensa che il "Natale" è la festa che secondo la tradizione religiosa cristiana si celebra il 25 dicembre e commemora la nascita di Gesù Cristo.














Pochi sanno che circa la data di quest’evento gli storici non hanno mai saputo fornire elementi certi.
L’Enciclopedia Italiana Treccani 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag 299, afferma: "I Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo …
La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella mithraica del dies natalis Solis Invicti (giorno natalizio dell’invincibile Sole)".
La festa pagana del solstizio d’inverno era una ricorrenza importante per gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Durante queste feste che andavano dal 17 al 21 di dicembre ("I Saturnali") e la festa vera e propria del Sol Invictus del 25, il cui culto era stato introdotto dall'imperatore Aureliano, si usavano i simboli dell'eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro, edera... Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste. Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre. Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell’amicizia e dell'ordine cosmico, nato dalla pietra e portatore della nuova luce “Genitor luminis”. In quella sera i fedeli a questo dio accendevano dei fuochi per aiutare il sole a salire più in alto sopra l’orizzonte.
La chiesa cristiana scelse la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo semplicemente per cristianizzare una festa pagana molto sentita dalle masse popolari.
E così l’imperatore Costantino (280-337) riunì il culto del sole, di cui egli era il figlio protetto, e il culto al dio Mithra con il cristianesimo.
E’ sotto il suo regno che appare la festa del Natale.
Si menziona per la prima volta tale festa cristiana al 25 di dicembre in un calendario liturgico romano del 354. Tuttavia la celebrazione del Natale è già attestata a Roma intorno al 336, dopo che la festa più antica dell'Epifania (manifestazione) era stata trapiantata dall'Oriente in Occidente. Da Roma il Natale si diffonde in Africa, in Spagna e nel Nord Italia. Giovanni Crisostomo ne attesta la celebrazione ad Antiochia come festa separata dall'Epifania. Ma è solo sotto l'imperatore Giustiniano (527- 565 d.C.) che il Natale viene riconosciuto come festa legale per l'Occidente.
A tale tradizione quindi la celebrazione del Natale ha voluto collegarsi per indicare l’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini.
Questa è la storia del Natale, che condizionata negli anni successivi da numerose leggende ha fatto quasi perdere di vista il “vero” significato del Natale, come “giorno della nascita”.
Quale potrebbe essere allora questo significato?

domenica 30 novembre 2014

Yogananda - "ll Divino Romanzo"

Come sviluppare il magnetismo
Se volete sviluppare il vostro potere magnetico, 

non parlate troppo. Non parlate in continuazione.
I discorsi inutili dissolvono il magnetismo e, inoltre, 
sono pericolosi perché chi parla troppo finisce
sempre per dire la cosa sbagliata.
Le parole sono simili a piccoli proiettili
che escono dal cannone della bocca
e hanno il potere di far crollare gli imperi
o, se vengono pronunciate da un saggio,
di portare la Pace.
La persona che parla troppo è superficiale
e poco magnetica. Ma quando parla un saggio
di poche parole, tutti lo ascoltano. Così era
il mio guru. Quando parlava, le sue parole
erano piene di significato e di forza,
altrimenti rimaneva in silenzio.
Quando due o più persone si incontrano,
ciascuna di esse vuole essere ascoltata
e nessuna vuole stare ad ascoltare.
Imparate ad ascoltare di più,
a rimanere in silenzio e a godere
la compagnia degli altri.
Edison e uno dei suoi amici avevano
l'abitudin di stare insieme quasi senza parlare,
e quando si lasciavano dicevano: "Arrivederci,
è stata una visita molto piacevole!".
Dedicate tutta la vostra Attenzione
alla persona con cui parlate,
e dite cose sensate. Quando
parlate con l'Anima, tutti saranno
disposti ad ascoltarvi. Il potere
del mondo intero e la Verità
di Dio ispireranno le vostre parole.
E cambierete gli altri con le vostre parole.
Il magnetismo consiste in questo.
Se desiderate sviluppare il magnetismo,
dovete imparare ad analizzare i vostri
sentimenti e a tenere ogni giorno
un diario mentale. Scoprirete
con stupore che avete sprecato
tanto tempo senza fare nulla.
Chiunque voglia diventare
'grande' dovrebbe analizzare
il proprio stato d'animo.
Ogni sera, sedetevi in silenzio
e domandatevi: "Che cosa ho fatto oggi?".
Ciò vi aiuterà a vedere con chiarezza
come potete usare più saggiamente
il tempo che avete a disposizione.
Se vorrete usare questo suggerimento,
diventerete una persona diversa.
Non appena assumerete il controllo
della vostra Vita e farete ciò
che dovreste fare, la forza
di volontà e il magnetismo
cominceranno a svilupparsi.
Solo la volontà ci può salvare,
perché è l'elemento che controlla
ogni cosa in questo universo.
Se non esercitate la forza di
volontà, sarete creature deboli,
facilmente influenzabili dall'ambiente
che vi circonda. Lo sviluppo della
volontà è il segreto del magnetismo.
Gli uomini di successo sono uomini
molto volitivi.
Quando svilupperete la volontà
per quanto la Vita possa abbattervi,
vi risolleverete e direte: "Ho successo.
Posso vincere".
Supponiamo che diciate a voi stessi:
"Oggi voglio trovare il tempo per meditare".
Fatelo! Meditate almeno
per qualche minuto. Il giorno
seguente decidete di meditare
più a lungo. E il giorno dopo
ancora, nonostante gli ostacoli
fate un ulteriore sforzo. Usate
la volontà per realizzare qualcosa.
Questo è il modo di sviluppare
il magnetismo.
(P. Yogananda - "ll Divino Romanzo")

lunedì 24 novembre 2014

La sequenza di Fibonacci in natura

La sequenza di Fibonacci rappresenta matematicamente il contenuto armonico della sezione aurea. È una successione di numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti e i primi due termini della successione sono F1 = 1 e F2 = 1. Tale successione è detta ricorsiva. 



Leonardo Pisano detto il Fibonacci (1175-1250), cioè figlio di Bonaccio, individuò questa serie per la prima volta nel 1202, per risolvere un problema pratico: quante coppie di conigli si ottengono in un anno da una sola coppia supponendo che produca ogni mese (tranne il primo) una nuova coppia che a sua volta diventa fertile a partire dal secondo mese? La risposta è 144 coppie di conigli. In questa serie ogni numero è il risultato della somma dei due precedenti: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13... fino all’infinito. 

Fino al XIX secolo a questa successione non fu attribuita alcuna importanza, finché si scoprì che può essere applicata, per esempio, nel calcolo delle probabilità, nella sezione aurea e nel triangolo aureo. I numeri di Fibonacci si trovano anche in natura, per esempio nella disposizione delle foglie. 









In molti alberi, scegliendo una foglia su uno stelo e assegnandole il numero “0”, contando il numero di foglie fino ad arrivare a una perfettamente allineata con la foglia “0”, probabilmente si troverà un numero di Fibonacci. Anche i petali di moltissimi fiori sono un numero di Fibonacci. Al matematico pisano si deve anche l’introduzione dei numeri arabi in Italia (Focus.it/).

Guarda il video


Per approfondire

La successione di Fibonacci, Università di Torino, file pdf

venerdì 21 novembre 2014

"L'Io Sono" del Conte di Saint Germain

I capitolo

Io sono.  
A te che leggi, io parlo.  A te, che per lunghi anni, vagando innanzi e indietro, hai con ardore cercato nei libri, negli insegnamenti, nelle filosofie, nelle religioni, non sai neppure tu che cosa: la verità, la felicità, la libertà, Dio.
A te, Anima stanca e scoraggiata, quasi senza speranza, che molte volte hai afferrato un barlume della verità cercata, solo per riconoscere che essa si dileguava come il miraggio nel deserto.
A te che credesti d'averla trovata in qualche grande istruttore, capo riconosciuto di una Religione, Fraternità o Società, e che ti pareva un «maestro» - tanto meravigliose erano la sua sapienza e le opere sue - solo per risvegliarti più tardi alla scoperta che quel maestro era soltanto una persona umana, con difetti, debolezze e colpe segrete, pur avendo potuto essere tramite di splendidi insegnamenti apparsi a te come la più alta verità.
A te, di nuovo stanco e affamato, senza guida; a te io sono venuto.
E sono venuto anche a te, che hai cominciato a sentire la presenza della Verità nella tua anima e cerchi la conferma di ciò che lotta vagamente dentro di te, per esprimersi.
Sì, a quanti hanno fame del vero «pane di vita» io sono venuto.
Sei tu pronto a ricevere il mio cibo?  Se lo sei, fa cuore.  Siedi. 
Calma la tua mente umana e segui strettamente la mia parola qui pronunciata.  Oppure forse ti allontani, deluso ancora una volta, con nel cuore il morso della fame insaziata?
Io! Chi sono io, che sembro parlare con sì conscio potere e autorità?
Ascolta. lo sono tu; quella parte di te che è e sa, che sa tutte le cose, che sempre seppe e sempre fu. Io sono tu, il tu Sé; quella parte di te che dice Io sono ed èIo sono.  Io sono quella parte più alta di te stesso, che vibra entro di te mentre leggi; che risponde a questa mia parola, che ne percepisce la verità, che riconosce per sua natura tutta la verità e scarta ogni errore dovunque lo trovi.  Ciò io sono: non quella parte di te che sino a oggi s'è nutrita dell'errore.
Poiché io sono il tuo vero Istruttore, il solo che tu conoscerai sempre, il solo Maestro; io, il tuo Sé divino.
Io, il tuo Io sono, ti reco questo mio messaggio, la mia vivente parola, come ti ho portato ogni cosa in vita, libro o «maestro», povertà o ricchezza, amara esperienza o amore, allo scopo di insegnarti che io, io solo, il tuo vero Sé, sono il tuo istruttore; il solo istruttore e il solo Dio, che provvede e ha sempre provveduto a te, non solo il pane e il vino della vita, ma anche tutto ciò che occorreva al tuo mantenimento e al tuo sviluppo fisico, mentale e spirituale.  Perciò, quello che fa appello a te mentre leggi è il mio messaggio, dettato alla tua coscienza umana esterna dal di dentro, ed è solo una conferma di ciò che l'Io sono di te sempre seppe interiormente, ma che non aveva ancora tradotto in termini ben definiti alla tua coscienza esterna.  Così pure tutto ciò che sempre fece appello a te, venendo da qualche espressione esterna, non era che la conferma della mia parola già pronunziata dentro di te; quell'espressione esterna era il canale, il mezzo da me scelto in quel momento per impressionare la tua coscienza umana.
Ma io non sono la tua mente umana, né il figlio suo, l'intelletto: essi sono soltanto l'espressione del tuo essere, come tu sei l'espressione del mio essere; essi sono soltanto fasi della tua personalità umana, come tu sei una fase della mia divina impersonalità.
Pesa e studia attentamente queste parole.
Sorgi e liberati per sempre dal dominio della tua personalità, con la tua mente e il suo intelletto così gonfi ed esaltati di se stessi; poiché la tua mente, d'ora innanzi, deve essere la tua serva e l'intelletto il tuo schiavo, se vuoi che la mia parola penetri nella coscienza dell'anima tua.  Io sono venuto ora alla coscienza dell'anima tua, dopo averla stimolata per prepararla a ricevere la mia parola.  Se sei abbastanza forte per sopportarla; se puoi sbarazzarti di tutti i tuoi capricci, di tutte le tue credenze, di tutte le tue opinioni personali - rottami da te raccolti nei campi coltivati da altri -; se sei forte abbastanza da gettarli via; allora la mia parola sarà per te una sorgente inesauribile di gioia e di felicità.
Ma sii preparato al fatto che la tua personalità dubiterà di queste mie parole man mano che le leggerai; poiché la sua vita è minacciata, ed essa sa che non può vivere e prosperare, né dominare più a lungo i tuoi sentimenti, il tuo andare e venire, come prima, se tu accetti nel tuo cuore la mia parola e le permetti di dimorarvi.
Sì. Io sono venuto a te, ora, a farti conscio della mia presenza; poiché ho già preparato la tua mente umana in modo che essa possa, fino a un certo punto, comprendere il significato di me.
Io sono sempre stato con te, ma tu non lo sapevi; ti ho espressamente condotto attraverso il Deserto dei libri e degli insegnamenti, delle religioni e delle filosofie, tenendo sempre davanti agli occhi della tua anima la visione della Terra Promessa; alimentandoti con la manna del Deserto, perché tu potessi ricordare e apprezzare il pane dello Spirito e anelare a esso.
Ora ti ho condotto sulla riva del Giordano che ti separa dal tuo divino retaggio.  Ora è venuto per te il tempo di conoscermi coscientemente; è venuto il momento di attraversare il fiume e di passare nella Terra di Canaan, nella terra del latte e del miele.  Sei pronto? Vuoi andare?
Allora segui questa parola che è l'Arca del mio patto, e passerai a piedi asciutti.



Introduzione a Vita Impersonale (Io Sono)

Vita Impersonale (n.dr. conosciuto anche come IO SONO, dal nome del primo capitolo ) è una canalizzazione del conte di Saint Germain, il Maestro inviato dalla Grande Fratellanza Bianca Sarmoun a tener accesa la fiamma della spiritualità e a preparare il Nuovo Piano di Coscienza.  Questa canalizzazione, avvenuta negli Stati Uniti d'America nel 1930, sul Monte Shasta, inizia con queste parole: «Io sono il Maha Choan, il custode della fiamma, il rappresentante dello Spirito Santo».
Il conte di Saint Germain nacque nel 1710, non si sa dove, e la storia lo ricorda come mistico, alchimista, diplomatico e musicista. Appariva eternamente giovane e sparì durante un viaggio verso le montagne himalayane.  Misteriosamente è riapparso sovente nelle capitali europee per più di un secolo dopo la sua presunta morte.  Si dice che fosse figlio naturale della regina moglie di Carlo II di Spagna.  Altra fonte lo ritiene figlio del principe Francis Rackoczy di Transilvania, ma la sua origine non conta, ciò che conta è che la Fratellanza Sarmoun lo abbia scelto per un grande lavoro spirituale.  La storia registra la sua apparizione alla corte francese nel 1748, dove divenne il favorito della marchesa di Pompadour e del re Luigi XV. Questo re lo inviò in missioni confidenziali presso le corti europee dove la sua straordinaria personalità è stata menzionata dagli storici.
Ogni trent'anni l'invisibile mondo parallelo, la misteriosa realtà del Continuo-Infinito-Presente, sceglie degli individui affinché canalizzino quei Messaggi che fanno evolvere la coscienza umana.  Secondo gli esoteristi dei nove monasteri della Fratellanza Sarmoun sono settantasette i piani della vita umana che devono essere influenzati, è per ciò che una grande complessità di idee e di messaggi preme sempre sull'inconscio collettivo, da un piano basso fino al più alto. È per questo che oggi sulla Terra ci sono popoli ancora culturalmente all'Età della Pietra e popoli più evoluti.
Il messaggio dell'Io sono è un messaggio d'amore inviato per guidare l'individuo verso l'Età dell'Oro, di Pace e Illuminazione che da millenni si sta preparando per tutta l'umanità. 
Questo messaggio appartiene a tutti.
[...]

Bernardino del Boca, Io Sono, Ed.Età dell'Aquario

giovedì 20 novembre 2014

I sette principi ermetici

Gli assiomi ermetici del «Kybalion» tesori nascosti di una sapienza antichissima


di Francesco Lamendola

Fonte: Arianna Editrice

Nel 1944 veniva dato alle stampe, presso i Fratelli Bocca di Milano, un aureo libretto dalla veste tipografica assai dimessa (e si capisce: che anni terribili, erano quelli, per il nostro Paese!) e privo del nome dell'autore. Si intitolava Il Kybalion, e recava come sottotitolo: La filosofia ermetica dell'antico Egitto e della Grecia.  Al di sopra del titolo, la dicitura: Tre iniziati: dunque, gli autori, anonimi, erano tre. Sfogliando le prime pagine, il lettore apprendeva che il titolo originale dell'opera era The Kibalyon, e che il testo presentato era stato tradotto in italiano da Remo Fedi. Tre autori ignoti, quindi, di nazionalità anglosassone, dato che avevano scritto l'opera in inglese. 
Si ignora l'esatto significato del nome Kybalion; si sa soltanto che, secondo i cultori della filosofia ermetica, tale era il titolo di una raccolta di insegnamenti che si tramandava dalla lontana antichità e che era attribuita direttamente ad Ermete Trismegisto.
Strano libro; strane circostanze di pubblicazione; tre autori che avevano voluto mantenere l'incognito, come d'abitudine nei circoli iniziatici, dove non si lavora per la propria gloria e dove, soprattutto, non ci si considera i «veri» autori degli insegnamenti esoterici, bensì dei semplici trasmettitori di una sapienza antichissima: la Tradizione primordiale, trasmessa oralmente da innumerevoli generazioni.  Anche la dedica dell'opera, A Ermete Trismegisto, noto agli antichi egiziani come il «più grande dei grandi» ed il «maestro dei maestri», allude all'estrema antichità della Tradizione iniziatica, che avrebbe mosso i primi passi sulle rive del Nilo o forse prima ancora, nel perduto continente di Atlantide.

mercoledì 19 novembre 2014

Le costellazioni familiari


Le nostre difficoltà riflettono, in genere, conflitti non risolti all’interno delle nostre famiglie. Fin da piccoli, e in maniera totalmente inconscia, li abbiamo assorbiti. Adesso, i conflitti che sono cresciuti con noi, si ripresentano nelle nostre vite sebbene in maniera diversa dal passato. Rimangono comunque i medesimi conflitti adattati a nuove generazioni e a nuovi contesti.
Dal nostro arrivo nel mondo, i nostri genitori proiettano inconsciamente su di noi ogni tipo di desideri affettivi, intellettivi, corporali e sessuali, che finiscono col programmare le nostre vite. Il bambino finisce per accettare e identificarsi con queste proiezioni, che si trasformano in una pesante responsabilità che lo accompagnerà per il resto della sua vita.
Portare quest’ordine parentale in forma inconscia e con il quale il nostro ‘essere essenziale’ non é in accordo, risulta fonte di squilibri, insoddisfazioni, frustrazioni la cui origine ci rimane sconosciuta.
Semplicemente non stiamo bene ma non sappiamo perché.
La maggior parte dei nostri conflitti, disordini, pulsioni e contraddizioni, si formano a causa dell’identificazione con figure parentali che ci hanno marcato e alle quali continuiamo ad essere fedeli sebbene ci risulti doloroso, paralizzante o autodistruttivo.
A loro volta questi personaggi ai quali siamo fedeli, si identificarono ad altre figure anteriori, formando una catena di ereditarietà nei conflitti. Così come su di noi influirono i nostri genitori, essi furono condizionati dai nostri nonni e così successivamente.
In maniera più o meno maggiore, tutti manteniamo una fedeltà inconscia alla nostra storia familiare (al clan o alla tribù).
Ciò che abbiamo ricevuto dai nostri genitori lo trasmetteremo ai nostri figli e così via di generazione in generazione, segnando il destino individuale di ogni personaggio dell’albero.
Esplorare il nostro inconscio familiare ci porta a scoprire come la vita dei nostri antenati, contenga fatti che risuonano con i nostri attuali problemi. Come se le nostre difficoltà fossero un’eredità inconscia che ci hanno attribuito le situazioni traumatiche del passato. Prendendo coscienza delle origini familiari del conflitto e delle sue conseguenze nella nostra vita, possiamo trattare direttamente con il blocco e risolverlo. Studiando il nostro albero genealogico troviamo piste, situazioni, attitudini e posture che si ripetono di generazione in generazione, fino a giungere a noi.

lunedì 17 novembre 2014

PNL in sintesi e primi riferimenti

"L'unico scopo della disciplina nota con il nome di Programmazione Neuro-Linguistica e' la creazione di scelte, punto."

Con questa affermazione John Grinder, co-fondatore della PNL , fa chiarezza su un aspetto essenziale di una disciplina, che nata circa 40 anni fa in California, ad opera di due giovani  indagatori dell'umano (Richard Bandler ed, appunto, John Grinder), ha avuto un fortissimo sviluppo in tutto il mondo.
La PNL e' un metodo di apprendimento accelerato ed un insieme codificato di processi (strategie, in senso lato) di eccellenza. "Oggetto di studio" e' l'eccellenza umana, persone (o gruppi) particolarmente capaci nel produrre risultati, in specifici contesti, di molto superiori alla media.
Il metodo che ha dato vita alla PNL, denominato "modellamento PNL", consente in sintesi di trasformare la conoscenza implicita di un individuo (gruppo) in conoscenza implicita di un altro/altri individui, o in conoscenza esplicita (codificata in modelli di eccellenza, trasferibili ad altre persone). E' quindi un modo per "trasferire eccellenze" ampliando il numero di scelte a disposizione delle persone che intendono formarsi nella disciplina.
La PNL si occupa di processi e non di contenuti. Questa fondamentale distinzione consente di capire cos'è la PNL e approfondirne i risvolti con riferimenti a tecniche, pratiche e siti di interesse.

Per approfondire
canale youtube di Vincenzo Fanelli
sito www.originalnlp.eu

domenica 22 giugno 2014

Steiner e l'antroposofia


L’Antroposofia è un percorso di conoscenza, che guida lo spirito nell’uomo verso lo spirito dell’universo. [...] Per cui, antroposofi sono quelli che sentono un bisogno essenziale di vita, certi interrogativi sulla natura umana e sull’universo, proprio come uno sente la fame e la sete. – Rudolf Steiner, Pensieri Principali di Antroposofia, 1904.

Rudolf Steiner considerò come un suo compito quello di sorvegliare le realtà spirituali al lavoro nel regno della natura e attraverso l’universo. Egli esplorò la natura interna dell’anima e dello spirito umano e il loro potenziale per uno sviluppo ulteriore; sviluppò nuovi metodi di meditazione; studiò le esperienze delle anime umane prima della nascita e dopo la morte; guardò indietro nella storia spirituale e nell’evoluzione dell’umanità e della Terra; fece studi approfonditi sulla reincarnazione e sul karma. 

Dopo diversi anni, Rudolf Steiner divenne sempre più attivo nelle arti. E’ significativo come vide le arti quali fondamentali strumenti per tradurre la scienza spirituale in innovazione sociale e culturale. Possiamo vedere ciò che accade quando la scienza scavalca il cuore umano e traduce la conoscenza in tecnologia senza grazia, bellezza o compassione. Nel 1913 cominciò la costruzione del Goetheanum a Dornach in Svizzera. Questa straordinaria costruzione di legno prese corpo poco per volta durante la Prima Guerra Mondiale. Un gruppo internazionale di volontari collaborò con lavoratori e artigiani locali per dar corpo alle straordinarie forme intagliate e alle strutture disegnate da Steiner. 

Steiner vedeva l’architettura al servizio della vita umana, e disegnò il Goetheanum per sostenere il lavoro dell’antroposofia – in particolar modo il teatro e l’euritmia. Il Goetheanum fu dato alle fiamme e distrutto da un incendiario a Capodanno del 1922. Rudolf Steiner disegnò una seconda struttura che fu completata dopo la sua morte. Attualmente è il centro della Società Antroposofica e della sua Scuola di Scienza Spirituale.



sabato 24 maggio 2014

Coscienza in divenire

Perché coscienza in blog?

Questo blog vuole costituire un punto di riferimento nel vasto campo delle nuove filosofie della coscienza


E' questo un settore di forte interesse che cresce in modo esponenziale, soprattutto in tempi di crisi - basti considerare il boom del mercato editoriale del self-help - che oscilla tra neuroscienze, psicologia e spiritualità new age.


Cercheremo di orientarci e capire, divulgare e affascinare e, perché no, sperimentare approcci e nuove visioni della realtà. 


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Per coscienza  - riportiamo da wikipedia/coscienza - si intende la consapevolezza che il soggetto ha di sé e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e dell'insieme delle proprie attività interiori. [...] 
A seconda dell'ambito nel quale viene osservata, la coscienza viene intesa nei seguenti modi:
  • Coscienza - in filosofia, acquista un valore teoretico in quegli autori che intendono la coscienza come interiorità e fanno del ritorno alla coscienza del raccoglimento in sé stessi, lo strumento privilegiato per cogliere verità fondamentali, altrimenti inaccessibili. Nel corso della storia della filosofia ha assunto significati particolari e specifici distinguendosi dal termine generico di consapevolezza, attività con la quale il soggetto entra in possesso di un sapere.
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Bene. Non cercheremo di indagare tutti gli ambiti che wikipedia ci presenta, piuttosto focalizzeremo l'attenzione su MENTE - CERVELLO - COSCIENZA - AUTOCOSCIENZA - ESSERE UOMO NEL MONDO - PERCEZIONE DI SE' E DEGLI ALTRI.



Una volta il filosofo californiano John Searle ha scritto che «studiare il cervello senza studiare la coscienza è come studiare lo stomaco senza studiare la digestione» 
(in La riscoperta della mente, Milano, Bollati Boringhieri, 1992/1994).

E questo è già un buon indizio per avviare la ricerca sulla coscienza e sulle modalità di essere uomini nel mondo di oggi.

Presto inseriremo link, pagine, riferimenti, video, approfondimenti e quant'altro possa incuriosire i lettori e gli appassionati.


A presto!